Come Le boucher o La fernme infidèle il film è prima di ogni altra cosa una rivisitazione tra i vizi e le perfidie di una borghesia decadente. Attorno ad un "flic" che a vizi non sta certamente meglio delle sue vittime (e che Jean Poiret interpreta con consumato virtuosismo, dominando un gruppo d'attori comunque di notevole livello) ruota così una galleria di personaggi che concorre a qualcosa di più di una semplice trama delittuosa. Perché da questo spaccato, che la lama della cinepresa di Chabrol incide con un mestiere di cineasta al culmine della propria carriera, esce tutta la cupidigia di una provincia assurta ad esempio della Francia più profonda."